Biografia e personalità artistica
[ Maria Remigio pittrice ]
Maria Remigio é nata a Fossacesia, stupenda cittadina in provincia di Chieti e splendido giardino sul mare Adriatico. Aveva quattordici anni quando vinse il primo concorso di pittura con tanto di borsa di studio. Da quel momento ha continuato a dipingere e disegnare. Ha frequentato il Liceo Artistico, ma la scuola non le bastava. Un estroso e appassionato maestro contemporaneo, Armando Farina, la incammina sulla strada della vera arte, facendola vedere con gli occhi del pittore.
Nello studio di Farina io la conobbi tanti anni fa. Mi colpí la radiosa giovinezza del suo incarnato, la massa dei capelli dorati, il sorriso pieno ed esaltante, l’istinto innato del dipingere che arricchisce la vita di presenze inedite. Un non so che di affascinante e di splendida giovinezza che si rifletteva nei suoi colori fauves, negli azzurri estremamente luminosi, nelle acque verde-smeraldo, nei gialli e nei rossi ecclatanti dai quali il paesaggio emergeva come trasudante sentimento.
Si dice, e a ragione, che l’arte oggi non deve più rappresentare il mondo esterno ma trasmettere quello interno dell’artista. Non più il colore naturale ma quello psicologico, non la realtà ma la possibilità di farla coesistere simbolicamente. Dove le figure e il paesaggio devono risultare prive di tante illusioni propriamente figurative, svincolarsi gestualmente dalla materia per ricomporsi in altre inquadrature dalla forte carica espressiva, dai toni passionali e a volte anche drammatici.
É un’indagine che Maria Remigio si é imposta di risolvere in maniera spontanea ed evocativa: tutto un mondo emotivo, emblema di una poetica che inventa una realtà nuova di colore e di luce. Il ritmo cromatico si attua nello spazio, perché esclusivamente di ritmo si deve parlare nelle sue opere, sicché i suoi colori grassi, nervosi, veloci e turbinosi, offro o allo spettatore la visione di una realtà tutta da interpretare e godere. Colore caldo e gustato come entità autonoma che invade e domina violentemente tutta la scena pittorica, frantuma la realtà oggettiva, riempie di sé le case, le strade, le marine e le figure stesse inghiottite dalla luce che varia da quadro a quadro.
Colori di godimento visivo, di memoria e, al tempo stesso, di ricostruzione del reale ed in quelle corrispondenze cromatiche si amplia e rivive l’antica concezione mediterranea del sole e della luce. Ed essa luce é una presenza viva, diventa elemento di congiunzione e di separazione fra le parti, fa espandere le singole visioni oltre i limiti della tela.
Maria Remigio indubbiamente ha capito che le difficoltà materiali, per essere un’autentica artista interpretativa, sono infinite, come infinite sono le possibilità di composizione e scomposizione del colore.
Si può quindi affermare, senza ingannare nessuno, che il suo linguaggio, orchestrato dinamicamente e tale da conservare una densità partecipativa, rivela una prorompente vitalità, é l’essenziale e istintiva fusione dell’elemento emotivo con la realtà figurativa.
Antonio Oberti